Mesiversario di viaggio

Un guerriero della luce non dimentica mai la gratitudine. Durante la lotta è stato aiutato dagli angeli. Le forze celestiali hanno messo ogni cosa al proprio posto, permettendo a lui di dare il meglio di sé. I compagni commentano: “Com’è fortunato!”. E talvolta il guerriero ottiene assai più di quanto le sue capacità consentano. Perciò, quando il sole tramonta, si inginocchia e ringrazia il Manto Protettore che lo circonda. La sua gratitudine, però, non è limitata al mondo spirituale: egli non dimentica mai gli amici, perché il loro sangue si è mescolato con il suo sul campo di battaglia. Un guerriero non ha bisogno che qualcuno gli rammenti l’aiuto degli altri: se ne ricorda da solo, e divide con loro la ricompensa.

Con questo estratto di un libro di Pessoa, che presi in mano per caso in una libreria di Lucca, aprendolo proprio nella pagina che riporta questo pensiero, ne approfitto per ringraziare persone vicine e lontane. Chi legge e chi non legge, ognuno sa, per cosa li ringrazio.

Eccoci qua signore e signori, sono tornata a scrivere come promesso, anche se non ho più cose molto interessanti da raccontare. Sono passate due settimane dal mio ritorno e le giornate passano velocemente, senza che me ne accorga, senza aver fatto incontri o visto cose mozzafiato o provato chissà quali grandi emozioni.

Ero combattuta, in questi giorni. Cosa scrivo? A chi interessa di come passo le giornate ora che non ho più nulla che possa far sognare, divertire, far viaggiare con la mente, le persone?

Ho però tante cose da dire e sono come un fiume in piena. Ho parole che traboccano dalla mente che vogliono essere sentite, o meglio, lette.

Tanto per cominciare, oggi è il 14 Ottobre ed esattamente 4 mesi fa, a quest’ora (14.39) mi ero decisamente rotta di stare ferma ad aspettare che il caldo torrido di quel 14 Giugno pazzesco passasse. Così, dopo essermi spalmata due strati di crema solare, ero pronta per essere impanata e fritta. Ed oggi, che è proprio una data così significativa per me, è uscito un articolo di giornale di La Voce di Rovigo, che racconta brevemente del mio viaggio. Ovviamente è troppo riduttivo, e anche quando le persone mi chiedono “allora com’è andata? Come ti senti?” ma…ma…come faccio a spiegarlo? Non so nemmeno da dove cominciare!

Viaggiare mi ha fatto capire che ciò che voglio imparare sta nella bocca della gente che incontro, non in parole nere su sfondo bianco. Sta nel verde dei prati, nell’azzurro del cielo, nello scorrere dell’acqua e nei suoni attorno a me. Sta nel movimento. Non importa che sia ogni giorno o ogni due settimane. Le migliori idee le ho maturate camminando, pensando alle cose. Ho una mente lenta, assimila poco a poco e non lo fa se ha distrazioni. Non comprendo subito il film che ho visto, il libro che ho letto, le parole che ho sentito. Devo analizzarle per conto mio e poi ritornarci. Camminare è la mia meditazione, per chi è familiare con questo termine, o il pregare.

Camminare è un bisogno fisiologico, per me, alla pari di mangiare o bere. Detta così sembra insensato o estremo, ma ognuno di noi fa quel qualcosa ogni giorno che, se non lo facesse, non sarebbe lo stesso. Cucinare, leggere, cucire, fare giardinaggio, non sono hobby, sono bisogni per molti. L’atto di fare queste cose ci soddisfa, ci fa finire la giornata con sollievo. “Oggi non è andata chissà che, ma almeno sono riuscita/o a…” quante volte è capitato? Forse però non ci diamo la giusta importanza, sottovalutiamo queste azioni che ci rendono felici per dare la priorità a qualcosa di più produttivo per la società. Che non sempre è per forza produttivo per noi.

Cambiamento

Mi sono chiesta cosa è cambiato dall’Asia versione 14 Giugno all’Asia 14 Ottobre. Forse le persone si immaginano cambiamenti radicali, ed invece non è così.

Ho avuto due tipi di cambiamento, quello a livello di atteggiamento e quello del mio pensiero. Per esempio, ho cambiato opinione su molte cose e confermate altre. Poi ho cambiato il mio atteggiamento verso l’ignoto, gli imprevisti, il coraggio di iniziare a parlare per prima, l’essere grata sempre e comunque, l’essere gentile, sforzarmi di esserlo in ogni occasione, perché può fare solo che bene.

Questo viaggio però è stato solo l’inizio di un processo di cambiamento: ha fatto in modo che salissi sul trampolino, che mi facesse provare a saltare, salti piccoli e imprecisi. Ma ora viene il bello. Per poter fare i salti alti, dovrò migliorarmi giorno dopo giorno.

Una delle cose più importanti è che ho capito molte cose su me stessa in 109 giorni che non in 20 anni di vita. Ma di questo ne parlerò più avanti.

Ho incontrato persone che mi hanno ispirata, persone che hanno stravolto la propria vita per cercare qualcosa di meglio (perché il meglio non è nemico del bene). Me lo hanno insegnato donne straordinarie, come Barbara, che con il suo viaggio e la sua personalità, la sua voglia di cambiare le cose, di combattere, si mette in gioco e in prima linea, facendomi da zia esempio da seguire. Mi ha ispirato Alice, che ha preso su i cocci ed si è rifatta una vita in una città che ama e che racconta con un amore che è in grado di appassionare chiunque, mi faceva riflettere sulle cose, raccontandomi di un lavoro che mi ha sempre affascinata, mentre stavamo in cucina a trafficare, proprio come due sorelle. Mi hanno accudita Sabrina e Sonja, che in breve tempo mi hanno trasmesso l’amore e l’affetto di madri e amiche, parlando della loro vita e dandomi prospettive diverse di essa. Mi ha insegnato tanto Attila, che in 10 giorni assieme mi ha infuso tutto il suo sapere, come un padre, mentre stavamo a contatto con la natura. Potrei citarne all’infinito.

Mi sono creata la mia famiglia, in viaggio. Una famiglia e degli amici che mi hanno insegnato molto e grazie alle loro vite, ho esaminato la mia, vedendo cosa potevo cambiare, cosa potevo assimilare per essere migliore.

Questo è il cambiamento: non sono più io, con la mia esperienza, le idee di un singolo posto e delle solite persone che si conoscono da sempre, ma bensì un insieme di vite differenti, da un estremo all’altro, di idee e vissuti diversi, competenze diverse, sogni diversi. Ed io mi porto dentro tutto questo.

Mi rendo conto solo ora che, pur non avendo nessun viaggio fisico (per ora) da raccontare, ho un viaggio tutto interiore da tirar fuori. Non a tutti può interessare, ma io lo racconto principalmente a quella piccola Asia, quella precedente alla data 14 Giugno, quella che cercava blog su internet di persone che viaggiavano, che cambiavano vita, che raccontavano di sè, per ispirare gli altri.

Scrivo alla me che cercava coraggio e rassicurazione, nell’attesa del giorno di poterlo fare lei stessa per gli altri.

PS: Ho piacere di condividere i link dei blog di Barbara e Alice, poiché sono una forza della natura. Il modo in cui entrambe scrivono, anziché buttarmi giù perché nemmeno mi avvicino al loro talento (e alla loro esperienza), mi spronano a fare di meglio. Se cliccate sui loro nomi evidenziati in giallo (se leggi dal computer) o sottolineati (se leggete dal telefono), sopra, si apriranno i loro blog!