Mi chiamo Asia, e ad un certo punto qualcuno mi ha detto che il mio nome è una premonizione, ed ora, ci credo un po’ anche io.

Amo le lunghe camminate, le conversazioni a cuore aperto e imparare a fare cose nuove con le mani. 

Scrivere mi permette di riflettere ed esprimermi con lentezza.

 

Viaggiando ho riscoperto il piacere di raccontare. Dal 2019 ho iniziato a scrivere per diversi siti e blog. Rendere una passione un piccolo lavoretto è stata una soddisfazione immane.

Oggi scrivo di viaggi, vite alternative, spiritualità e crescita personale. Scrivo per Italianbackpacker – il blog di Antonio di Guida e altri siti, che puoi trovare qui.

109 GIORNI: diario di viaggio a piedi e autostop senza soldi

Nell'estate 2019 intrapresi un viaggio a piedi e autostop senza soldi, da Padova a Madrid e ritorno. Fu un viaggio dentro e fuori di me, che mi cambiò molto.
Dopo averlo raccontato giorno per giorno in questo blog, e aver fatto emozionare tantissime persone, ora è diventato un libro.

PERCHÉ TI CONSIGLIO QUESTO LIBRO?
Se senti la voglia di viaggiare, di scoprire, ma le tue paure, i soldi, il giudizio, ti spaventano, allora questo libro fa al caso tuo.
Anche io avevo paura e continuavo a rimandare la mia partenza, inventandomi scuse sempre nuove. Poi capii che mi stavo proibendo la possibilità di realizzare un mio sogno, e con esso la possibilità di essere felice. Che questo libro ti porti nuove consapevolezze e ti possa ispirare per realizzare tutto ciò che desideri!

Zugunruhe è un termine tedesco, significa “irrequietezza migratoria“. Può essere tradotto come ansia, irrequietezza da mancanza di movimento. 

Questo termine usato per descrivere il comportamento animale che si manifesta negli uccelli migratori quando viene loro impedito di migrare.

Tuttavia, è stato riscontrato che si verifica anche nell’essere umano! recentemente viene applicato non solo per descrivere l’impedimento nel muoversi fisicamente, ma anche per l’impedimento al cambiamento.

Questa irrequietezza, un giorno, si presentò alla mia porta, e dopo aver provato a scacciarla, decisi di fare ciò che la mia anima mi chiedeva: partire. 

Quando decisi di partire per il primo viaggio in solitaria, a piedi e autostop, cominciai a cercare su internet esperienze simili. Trovai viaggi pazzeschi, vite alternative, cambiamenti radicali: fu rassicurante. 

Volevo scrivere giorno per giorno la mia avventura, per me e per chi mi seguiva da casa. Avere questo diario è un’incredibile risorsa per me e per chi lo legge. Scrivere ogni giorno era un punto fisso della mia giornata e un legame con tante persone. Continuo dunque a scrivere, per me e per altre persone, per poter ricordare e rassicurare, come altri blog fecero per me. 

Ora, quel primo viaggio è diventato un libro! 109 GIORNI: diario di un viaggio a piedi e autostop senza soldi.

credo nella gentilezza e nella bontà nelle loro forme più semplici, negli incontri inaspettati, nella magia della connessione che si crea in pochi istanti tra anime simili. credo nel Sole che sorge ogni mattina, nel cielo azzurro dietro le nuvole, nei sorrisi sinceri e veloci che ci si scambia con sconosciuti.

credo nello stato brado, che ricerco quando le mura costruitemi attorno mi opprimono, e nello Stato Sociale, che mi rammenta sempre di abbatterle, quelle mura. credo in chi fa le cose per divertirsi senza far caso alle apparenze, in chi non si aspetta nulla in cambio, perché prima o poi tutto gira.

credo in chi prende decisioni d’stinto e in chi sa aspettare, in chi si emoziona per le piccole cose, in chi si innamora follemente, intensamente. credo in chi è in costante ricerca di qualcosa, soprattutto di sé stesso, perché è la ricerca interiore il viaggio più coraggioso da compiere.

credo negli abbracci che sembrano costruire vestiti invisibili per riscaldare l’anima, e gli abbracci fugaci prima di salire sul treno che non vedi l’ora di riprendere per un abbraccio un po’ più lungo. credo negli imprevisti, nelle cose che sembrano arrivate al momento giusto, nelle cose urlate da lontano e i segreti detti stretti all’orecchio, e almeno in un milione di altre cose, che rimarranno quasi tutte, forse, tra la mente e i polpastrelli.

E per citare Eddie Vedder, le cui canzoni riescono sempre a dar voce ai miei pensieri:

“Lascia che mi occupi io di trovare un mio modo di essere, considerami un satellite, in orbita per sempre”